“A TESTA SUTTA” di Luana Rondinelli

Data sabato 10 novembre 2018
Orario 9:00 pm
Location Teatro della Brigata
via Brigata Garibaldi 6, 57127 Livorno
per info&prenotazioni cell 3278844341
oppure scrivi a info@teatrodellabrigata.it

Giovanni Carta  “A TESTA SUTTA”

di LUANA RONDINELLI  con GIOVANNI CARTA

Di ACCURA TEATRO

regia Giovanni Carta

aiuto regia Silvia Bello

musiche Massimiliano Pace

foto Pino Le Pera

organizzazione Emanuela Trovato

 

 

Vincitore Premio Fersen come miglior drammaturgia contemporanea

vincitore Festival Monodrana, Sala Consilina.Premio del pubblico e della giuria

Vincitore miglior Attore Festival Teatri Riflessi, Catania

 

Mi è stato commissionato un testo che si muovesse tra l’ombra dell’emarginazione e la luminosa spontaneità dei sentimenti.

Sullo sfondo di una Palermo che restasse a guardare con le sue strade polverose e pettegole, ho immaginato di ricostruire il palcoscenico di un’infanzia dalle ore fragili e dai giochi duri, propri di quel rito di iniziazione che è la vita.

La poesia avrebbe inondato il paesaggio delle palazzine popolari, velenose come alveari e fitte di complice vivacità, e si sarebbe snodata nei cortili, nelle strade terrose, nel chiasso dei bambini di strada fino a raccontarci di due personaggi opposti ma complementari.

U biunnu, bambino dalla pelle bianca e affetto dal “candore del cuore” e suo cugino, il “mafiosetto” del quartiere, che si è fatto carico della fragilità del Biunnu, “abbabbasunnato” in mezzo alla strada, in perenne conflitto tra il suo delicato mondo interiore e la cruda realtà in cui è costretto a muoversi.

Si percepirà nel testo, una nota di dolcezza nel bullismo del cugino, che potremmo definire un duro atto di amore e che diventa quasi protesta davanti all’inconcepibile binomio debolezza-sensibilità di cui Biunnu “è affetto” e che lo rende incapace di entrare in rapporto attivo con i “normali” della comunità, allontanandolo dal “mordere il mondo” quanto piuttosto ad accarezzarlo attraverso il filtro della sua ingenuità.

E come dalla terra arida della Sicilia fiorisce il profumo dei gelsomini, così dal degrado sociale sboccerà un piccolo esempio di acerba bellezza, in cui scopriremo che i due personaggi non sono che uno solo – “Chi avi di diverso, tagghia ca chi sangu nesci” – direbbe la madre del Biunnu – e che entrambi sono cresciuti tenendosi metaforicamente la mano pur osservando la vita da due prospettive diverse, sentendola sulla pelle agli antipodi, là dove i piedi e la testa di uno saranno la testa e piedi dell’altro, ma unico resterà il baricentro dei cuori.

L’emarginazione, la diversità, la violenza, l’incomunicabilità diventeranno perle di luce e il paesaggio interiore, ormai libero di potersi affermare, si farà lentamente spazio nel degrado della scena iniziale.

La morale è una capriola – “Ti spogghia i pinseri e ti talia cu dda innocenza chi ti fa pinsari chi fosse l’unici diversi semu nu iatri: io, tu, tutti” – e si finisce “A testa Sutta” per confondere la linea tra il cielo e la terra, abbandonando ogni limite dettato da un pregiudizio che possa coglierci impreparati.

Luana Rondinelli

RASSEGNA STAMPA

“Luci soffuse. In scena solo una cassapanca e Giovanni, un ragazzo siciliano intento a giocare con suo cugino a “ammuccia ammuccia”

(nascondino). La sua conta, però, termina sempre prima del dieci: ha paura di voltarsi e non trovare più nessuno; perché lui è un ragazzo indifeso in una Palermo che reprime gli indifesi; perché è un diverso in un paese che non accetta la diversità. Basterebbe lottare per conquistare un posto in un mondo ancora così retrogrado, ma se non si hanno le forze necessarie, se il mondo che ti circonda t’ignora, cosa rimane? Rassegnazione? No, guardare il mondo da un’altra prospettiva.

Giovanni è “biondo dagli occhi chiari” in un’isola popolata da “neri con gli occhi neri”. È gentile, buono, “abbunazzato” o “abbabbasunato”. Tutti lo escludono, eccezion fatta per suo cugino, l’unico che, nonostante la sua diversità, lo ami realmente. Così, “u biondo” prende per mano lo spettatore e lo conduce nella sua vita: dai contrasti famigliari a quel nascondino mai terminato, dalle prime marachelle alle partite di calcio per strada, dal rapporto col cugino al suo vivere il mondo a “testa sutta”.

In una sbiadita zona di Palermo, emergono i contrasti tra due differenti punti di vista: quello di chi è nato per uscire dal gregge, e quello di chi invece al gregge aderisce fieramente. E proprio quando il diverso sarà costretto a diventare come gli altri per potersi

sentire vivo, quando l’omologazione prenderà il sopravvento, quando quella dannata conta del nascondino troverà il proprio compimento, arriva allora l’inesorabile, triste epilogo. Perché quando si rinuncia alla propria personalità, si è destinati all’annullamento, alla morte.

Giovanni Carta, nella sua intensa e appassionata performance, veste i panni di tutti i personaggi della pièce, narratore incluso. Non ci sono cambi di vestiario, solo mutamenti di personalità, affidati alle variazioni timbriche ed espressive dell’attore. Una dura sfida, acuita dall’ostica lingua – il dialetto siciliano – utilizzata lungo tutta la messinscena, ma l’indubbia bravura di Carta e la travolgente musicalità dei versi scritti da Luana Rondinelli, colmano le possibili difficoltà del pubblico romano presente al Teatro Argot.

Luana Rondinelli   sulla scia di quanto da anni ci mostra il teatro di Emma Dante, o ci ha mostrato più recentemente l’Otello di Luigi Lo Cascio o ancor meglio Tindaro Granata con il suo Antropolaroid   ci introietta in un mondo, quello siciliano (o parte di esso), dominato da un forte desiderio di rinnovamento soffocato dalla tradizione. Una rivalsa che purtropponon trova ancora un reale compimento   e non è certo difficile ampliare lo sguardo e ritrovare in questa piccolo naufragio di un’isola la deriva di un intero paese.”

Da Recensito.net

“Giovanni è buono, è abbunazzato o abbabbasunato (come dice la gente) Giovanni è indifeso,

Giovanni è l’ ombra di un cugino che lo difende, lo ama, e non lo fa sentire diverso, perchè l’

unica diversità che vede è che Giovanni è “biondo con gli occhi azzurri mentre lui è nero con

gli occhi neri”. Giovanni racconta, racconta dei giochi da bambino, di quel nascondino

(ammuccia ammuccia), di quella conta che termina sempre prima, perché fa paura girarsi e non

trovare nessuno, non trovare suo cugino. Giovanni racconta della gente, di una zona sbiadita di

una Palermo che non accetta gli “indifesi”, perchè se non sei capace a lottare è meglio non

esserci. Giovanni ci accompagna nella sua vita, nelle sue strade, e a guardare a “testa

sutta” un mondo che non perde il suo significato ma ne acquista un altro più

importante. Un dualismo perfetto tra due cugini, i piedi e la testa, la testa e i piedi, un gioco,

se lo si fa in due non si cade…mai…anche se all’improvviso si perde “l’equilibrio”…”

di Giuseppe Sciarra

 

 

CURRICULUM DI GIOVANNI CARTA

Formatosi allAccademia Nazionale dArte Drammatica “Silvio DAmico” lavora dal 1994 con maestriquali Luca Ronconi, Massimo Castri, Giorgio Pressburger, Armando Pugliese, Ruggero Cappuccio,Francesco Giuffrè e molti altri, alternando il repertorio classico con esperienze di drammaturgiacontemporanea, di cui cura anche la regia. Affianca al teatro anche il cinema e la televisione con Roberto Andò, Vittorio Sindoni, Francesco Calogero, Giacomo Martelli, Fabrizio Costa, Gianluca Tavarelli,Luca Ribuoli, Michele Soavi,   vantando il privilegio di lavorare con attori di fama internazionale tra cui Jean Monreau, Michel Bouquet, Judith Malina, Sophia Loren e Sergio Castellitto.Dal 2015 porta in giro il monologo A Testa Sutta vincendo anche il premio come miglior Attore al Festival Teatri Riflessi di Catania.

A novembre inizierà le riprese del nuovo film di Marco Bellocchio Il Traditore.

CURRICULUM DI LUANA RONDINELLI

Luana Rondinelli Dopo il diploma alla scuola di teatro “Teatés” diretta dal maestro Michele Perriera, continua la formazione presso la scuola di recitazione “Ribalte” diretta da Enzo Garinei e partecipa a vari laboratori con Corinna Lo Castro, Filippo Luna, Emanuela Giordano, Marzia G. Lea Pacella e Serena Sinigaglia. Nel 2011 scrive dirige e interpreta “Taddrarite” spettacolo contro la violenza sulle donne, premiato come miglior spettacolo e miglior drammaturgia al Roma Fringe Festival, nello stesso anno fonda la compagnia Accura Teatro. Si classifica al secondo posto aggiudicandosi il premio della critica come miglior drammaturgia al “Premio Internazionale per la nuova drammaturgia Etica in Atto 2013” “Taddrarite”. Nel 2013 scrive “Giacominazza” testo premiato come miglior scrittura originale al concorso di corti teatrali “Teatri Riflessi” di Catania. Il 2013 è anche l’anno di A testa Sutta testo che si aggiudica il Premio Fersen alla drammaturgia, il premio come miglior attore a Giovanni Carta al festival Teatri Riflessi e Miglior spettacolo al festival Monodrama di Sala Consilina. Nel 2018 al teatro Antico di Segesta debutta Penelope – l’Odissea è fimmina testo vincitore del Premio Anima Mundi alla nuova drammaturgia femminile. Luana Rondinelli vince il Premio come miglior caratterista e come miglior scrittura al Premio Nazionale di Teatro città di Leonforte per lo spettacolo Giacominazza.

Ingresso intero 12 euro / ridotto 10 euro (allievi, associati e coppie)/ ridottissimo 6 euro ( under 14)